Temuto, odiato, corrotto e senza scrupoli, π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 fu uno tra i piΓΉ discussi capi della Chiesa anche dopo la sua morte. In tanti si espressero sulla sua attivitΓ  politica ma, tra tutti, il giudizio piΓΉ severo fu quello di π˜Ώπ™–π™£π™©π™š π˜Όπ™‘π™žπ™œπ™π™žπ™šπ™§π™ž. Il poeta fiorentino odiΓ² talmente tanto π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 da decidere di riservargli un posto all’Inferno, sebbene quest’ultimo non fosse ancora morto. La figura di π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 Γ¨ sempre stata controversa e, in buona parte, questo Γ¨ dovuto alla considerazione negativa espressa da Dante nella π˜Ώπ™žπ™«π™žπ™£π™– π˜Ύπ™€π™’π™’π™šπ™™π™žπ™–. Per Dante π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 rappresenta l’emblema della corruzione morale della Chiesa, colui che ha trasformato la tomba di Pietro in una β€œπ‘π‘™π‘œπ‘Žπ‘π‘Ž 𝑑𝑒𝑙 π‘ π‘Žπ‘›π‘”π‘’π‘’ 𝑒 𝑑𝑒 π‘™π‘Ž π‘π‘’π‘§π‘§π‘Žβ€.

Erano trascorsi appena quattro mesi di pontificato quando papa π˜Ύπ™šπ™‘π™šπ™¨π™©π™žπ™£π™€ 𝙑 abdicΓ², creando le condizioni per una nuova elezione. Questa avvenne in soli dieci giorni nel conclave riunito in Castel Nuovo, a Napoli, il 24 Dicembre 1294. Il Sacro Collegio scelse il cardinale π˜½π™šπ™£π™šπ™™π™šπ™©π™©π™€ π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž, che fu poi incoronato nella Basilica di San Pietro a Roma il 23 gennaio 1295 con il nome di π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄.

I π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž erano un’antica famiglia nobile originaria di Gaeta, che vantava una discendenza fin dal XII secolo. Spregiudicati, ambiziosi e per niente inclini al compromesso, furono protagonisti della storia del Ducato di Gaeta, della Repubblica di Pisa, dello Stato Pontificio e del Regno delle due Sicilie. Il loro potere fu spesso causa di rivalitΓ  con altre famiglie del tempo, tra cui, in particolare, i π˜Ύπ™€π™‘π™€π™£π™£π™–. L’elezione del nuovo papa fu vista malvolentieri da molti aristocratici, i quali inevitabilmente finirono per scontrarsi con il disegno teocratico promosso dalla nuova politica ecclesiastica.

Per comprendere la situazione politica dell’Italia del XIII e XIV secolo, la lettura della π˜Ώπ™žπ™«π™žπ™£π™– π˜Ύπ™€π™’π™’π™šπ™™π™žπ™– risulta spesso uno strumento imprescindibile. Dante ha affrontato tematiche complesse legate all’Europa del suo tempo, trasformandole in un racconto fantastico per spiegare l’organizzazione ultraterrena della vita: nella sua trattazione, poche persone sono state risparmiate da un severo giudizio morale.

Non fa eccezione π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄, che viene citato nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝐼𝑋 e nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼 dellβ€™π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, nei quali viene addirittura predetta la sua futura condanna tra i π™Žπ™žπ™’π™€π™£π™žπ™–π™˜π™ž.

Nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝐼𝑋 dellβ€™π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, il poeta parla dei π™Žπ™žπ™’π™€π™£π™žπ™–π™˜π™ž, coloro che in vita si macchiarono del vile reato di compravendita di cariche ecclesiastiche dietro denaro, titoli e favori sessuali, macchiando indelebilmente il sacro ufficio attribuito da Cristo in persona all’apostolo Pietro, primo papa della cristianitΓ . Il termine simonia deriva da π™Žπ™žπ™’π™€π™£ π™ˆπ™–π™œπ™€, descritto negli π˜Όπ™©π™©π™ž π™™π™šπ™œπ™‘π™ž 𝘼π™₯π™€π™¨π™©π™€π™‘π™ž come un cristiano che, volendo aumentare i suoi poteri, offrΓ¬ a π™Žπ™–π™£ π™‹π™žπ™šπ™©π™§π™€ del denaro, chiedendogli di ricevere in cambio le facoltΓ  taumaturgiche concesse dallo Spirito Santo.

La punizione per questo comportamento spregevole Γ¨ esemplare: i π™Žπ™žπ™’π™€π™£π™žπ™–π™˜π™ž stanno conficcati in una buca a testa in giΓΉ, con le gambe immerse fino alle cosce e con le piante dei piedi accese da fiammelle, scalciando furiosamente per il supplizio.

A predire il futuro ingresso di π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 tra i simoniaci, Γ¨ un altro papa, π™‰π™žπ™˜π™˜π™€π™‘π™€’ 𝙄𝙄𝙄, il π™₯𝙖π™₯𝙖 π™Šπ™§π™¨π™žπ™£π™ž con il quale il π™˜π™–π™§π™™π™žπ™£π™–π™‘π™š π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž era stato in stretta relazione. È lui che domanda a Dante, potendone udire solo la voce,

«𝑆𝑒’ 𝑑𝑒 π‘”π‘–π‘Ž’ π‘π‘œπ‘ π‘‘π‘–’ π‘Ÿπ‘–π‘‘π‘‘π‘œ, π΅π‘œπ‘›π‘–π‘“π‘Žπ‘§π‘–π‘œ?

𝐷𝑖 π‘π‘Žπ‘Ÿπ‘’π‘π‘β„Žπ‘– π‘Žπ‘›π‘›π‘– π‘šπ‘– π‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘–’ π‘™π‘œ π‘ π‘π‘Ÿπ‘–π‘‘π‘‘π‘œ.Β»

(Dante Alighieri, π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝐼𝑋. 𝑣𝑣. 53-54)

dando per scontato che quest’ultimo avrebbe presto occupato un posto all’Inferno.

E’ ancora π™‰π™žπ™˜π™˜π™€π™‘π™€’ 𝙄𝙄𝙄, poi, a rivolgersi nuovamente a Dante, rincarando la dose:

Β«π‘£π‘’π‘Ÿπ‘Ÿπ‘Ž’ π‘π‘œπ‘™π‘’π‘– π‘β„Žβ€™ π‘–π‘œ π‘π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘’π‘Ž π‘β„Žπ‘’ 𝑑𝑒 π‘“π‘œπ‘ π‘ π‘–Β».

(Dante Alighieri, π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝐼𝑋. 𝑣. 77)

In altre parole, sebbene papa π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 all’epoca fosse ancora in vita, il suo posto tra i simoniaci era riservato!

L’odio verso il papa di Anagni incalza furiosamente anche nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼, attraverso le parole che il Poeta fa pronunciare a 𝙂π™ͺπ™žπ™™π™€ 𝙙𝙖 π™ˆπ™€π™£π™©π™šπ™›π™šπ™‘π™©π™§π™€, duca di Urbino, che definisce π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 come Β«π‘™π‘œ π‘π‘Ÿπ‘–π‘›π‘π‘–π‘π‘’ 𝑑’𝑖 π‘›π‘œπ‘£π‘– πΉπ‘Žπ‘Ÿπ‘–π‘ π‘’π‘–Β» (Dante Alighieri, π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼. 𝑣. 85):

«𝑆𝑒 π‘›π‘œπ‘› π‘“π‘œπ‘ π‘ π‘’ 𝑖𝑙 π‘”π‘Ÿπ‘Žπ‘› π‘π‘Ÿπ‘’π‘‘π‘’, π‘Ž 𝑐𝑒𝑖 π‘šπ‘Žπ‘™ π‘π‘Ÿπ‘’π‘›π‘‘π‘Ž!

π‘β„Žπ‘’ π‘šπ‘– π‘Ÿπ‘–π‘šπ‘–π‘ π‘’ 𝑛𝑒 𝑙𝑒 π‘π‘Ÿπ‘–π‘šπ‘’ π‘π‘œπ‘™π‘π‘’Β».

(Dante Alighieri, π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼. 𝑣𝑣. 69-70)

e ancora

«𝑛𝑒’ π‘ π‘œπ‘šπ‘šπ‘œ π‘œπ‘“π‘“π‘–π‘π‘–π‘œ 𝑛𝑒’ π‘œπ‘Ÿπ‘‘π‘–π‘›π‘– π‘ π‘Žπ‘π‘Ÿπ‘–

π‘”π‘’π‘Žπ‘Ÿπ‘‘π‘œ’ 𝑖𝑛 𝑠𝑒’ […]Β».

(Dante Alighieri, π™„π™£π™›π™šπ™§π™£π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼. 𝑣𝑣. 91-92)

Ma non Γ¨ tutto. Ancora nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑉𝐼𝐼 e nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼 del π™‹π™–π™§π™–π™™π™žπ™¨π™€ compaiono riferimenti a π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄. In particolare, nel πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼 Γ¨ π™Žπ™–π™£ π™‹π™žπ™šπ™©π™§π™€ in persona ad ammonire severamente il comportamento del papa, indegno della cattedra di Pietro al punto che questa, al cospetto di Cristo, puΓ² essere considerata vacante:

«𝑄𝑒𝑒𝑙𝑙𝑖 π‘β„Žβ€™π‘’π‘ π‘’π‘Ÿπ‘π‘Ž 𝑖𝑛 π‘‘π‘’π‘Ÿπ‘Ÿπ‘Ž 𝑖𝑙 π‘™π‘’π‘œπ‘”π‘œ π‘šπ‘–π‘œ,

𝑖𝑙 π‘™π‘’π‘œπ‘”π‘œ π‘šπ‘–π‘œ, 𝑖𝑙 π‘™π‘’π‘œπ‘”π‘œ π‘šπ‘–π‘œ π‘β„Žπ‘’ π‘£π‘Žπ‘π‘Ž

𝑛𝑒 π‘™π‘Ž π‘π‘Ÿπ‘’π‘ π‘’π‘›π‘§π‘Ž 𝑑𝑒𝑙 πΉπ‘–π‘”π‘™π‘–π‘’π‘œπ‘™ 𝑑𝑖 π·π‘–π‘œΒ»

(Dante Alighieri, π™‹π™–π™§π™–π™™π™žπ™¨π™€, πΆπ‘Žπ‘›π‘‘π‘œ 𝑋𝑋𝑉𝐼𝐼. 𝑣𝑣. 22-24)

Secondo quanto afferma π˜Ώπ™–π™£π™©π™š, l’elezione papale di π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 fu infatti viziata da simonia (termine che fa riferimento alla compravendita di cariche ecclesiastiche) e lo stesso Celestino V fu raggirato da quest’ultimo per rinunciare alla carica. In effetti il pontificato di π˜Ύπ™šπ™‘π™šπ™¨π™©π™žπ™£π™€ 𝙑 fu caratterizzato da una notevole ingenuitΓ  nella gestione amministrativa della Chiesa. Il papa, anziano e da sempre dedito alla vita monastica ed eremitica, non conosceva il latino, i suoi concistori si svolgevano in volgare ed era facile per lui cadere in continui errori burocratici, come ad esempio assegnare lo stesso beneficio a piΓΉ di un richiedente. La confusa gestione dell’ufficio, unita ad una personalitΓ  probabilmente debole e non adatta a ricoprire quel ruolo, rischiavano di far cadere la Chiesa nel caos. Lo stesso papa sembrΓ² spesso vacillare nel volerlo portare avanti.

Della bolla ufficiale di rinuncia al soglio pontificio, rimane oggi l’analoga bolla π‘„π‘’π‘œπ‘›π‘–π‘Žπ‘š π‘Žπ‘™π‘–π‘žπ‘’π‘– di π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄, essendo il testo originale andato perduto. Proprio questo fatto ha sollevato il sospetto, avallato da molti storici, che una bolla pontificia contenente tutte le giustificazioni per un’abdicazione del Papa, fosse stata compilata ad hoc proprio dal π™˜π™–π™§π™™π™žπ™£π™–π™‘ π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž, il quale, vista l’impossibilitΓ  di controllare π™‹π™žπ™šπ™©π™§π™€ 𝙙𝙖 π™ˆπ™€π™§π™§π™€π™£π™š come aveva auspicato – impedito in questo da π˜Ύπ™–π™§π™‘π™€ π™™β€™π˜Όπ™£π™œπ™žπ™€’ – intravedeva in questa vicenda la possibilitΓ  di ascendere egli stesso al soglio pontificio con notevole anticipo sui tempi che egli aveva preventivato al momento in cui aveva aderito alla sua elezione.

Ma non fu tutto. Temendo uno scisma da parte dei cardinali filo-francesi a lui contrari mediante la rimessa in trono di π˜Ύπ™šπ™‘π™šπ™¨π™©π™žπ™£π™€ 𝙑, il π™˜π™–π™§π™™π™žπ™£π™–π™‘ π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž diede disposizioni affinchΓ© l’anziano monaco fosse messo sotto controllo, per evitare un rapimento da parte dei suoi nemici. π˜Ύπ™šπ™‘π™šπ™¨π™©π™žπ™£π™€ 𝙑, venuto a conoscenza della decisione del nuovo papa grazie ad alcuni tra i suoi fedeli cardinali, tentΓ² una fuga, ma il 16 maggio 1295 fu catturato. Dopo aver tentanto invano di farsi ascoltare, chiedendo di lasciarlo libero, fu costretto ad accettare la prigionia e la volontΓ  del nuovo pontefice. Alcuni storici narrano che π˜Ύπ™šπ™‘π™šπ™¨π™©π™žπ™£π™€ 𝙑 si sia reso conto dell’inutilitΓ  delle sue richieste e, mentre veniva portato via, abbia sussurrato una frase diventata celebre e, presumibilmente, rivolta al π™˜π™–π™§π™™π™žπ™£π™–π™‘ π˜Ύπ™–π™šπ™©π™–π™£π™ž, interpretata come un presagio:

π™Šπ™©π™©π™šπ™§π™§π™–π™ž π™žπ™‘ 𝙋𝙖π™₯𝙖𝙩𝙀 π™˜π™€π™’π™š π™ͺ𝙣𝙖 𝙫𝙀𝙑π™₯π™š,

π™§π™šπ™œπ™£π™šπ™§π™–π™ž π™˜π™€π™’π™š π™ͺ𝙣 π™‘π™šπ™€π™£π™š,

π™’π™€π™§π™žπ™§π™–π™ž π™˜π™€π™’π™š π™ͺ𝙣 π™˜π™–π™£π™š.

Nelle immagini:

il π™π™žπ™©π™§π™–π™©π™©π™€ π™™π™ž π™₯𝙖π™₯𝙖 π˜½π™€π™£π™žπ™›π™–π™˜π™žπ™€ 𝙑𝙄𝙄𝙄 realizzato da Cristofano dell’Altissimo. (1552 ca., Serie gioviana, Corridoio Vasariano di Firenze);

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