Il 1Β° Dicembre 1237, all’indomani della vittoria di πΎπ€π§π©ππ£πͺπ€π«π, l’imperatore πππππ§πππ€ ππ fece il suo ingresso trionfale nella cittΓ di πΎπ§ππ’π€π£π, accompagnato dal suono delle trombe, scortato da una colonna infinita di prigionieri e seguito dal πΎππ§π§π€ππππ€ trainato dall’ππ‘ππππ£π©π di Federico con le bandiere recanti l’aquila imperiale.
La π½ππ©π©πππ‘ππ ππ πΎπ€π§π©ππ£πͺπ€π«π Γ¨ stata uno degli scontri piΓΉ cruenti del XIII secolo verificatosi il 27 e 28 novembre 1237 tra le forze dell’imperatore πππππ§πππ€ ππ e quelle della ππππ ππ€π’πππ§ππ.
L’alleanza guelfa fu annientata e gli imperiali catturarono molti prigionieri, anche se questo non pose fine alla loro ribellione.
Il Carroccio fu perso, la croce di ghisa spezzata e gettata nel fango, il comandante ππππ₯π€π‘π€, podestΓ di Milano, figlio del doge di Venezia, fatto prigioniero, spedito a Trani e lΓ¬ impiccato. Lβimperatore Federico celebrΓ² il suo trionfo, distrusse πΎπ€π§π©ππ£πͺπ€π«π, accettΓ² la sottomissione di ππ€ππ, ππ€π«ππ§π, πππ§πππ‘π‘π, πΎππππ§π π πππ«π€π£π e lβomaggio di πΌπ’ππππ€ ππ ππ πππ«π€ππ e π½π€π£ππππππ€ ππ πππ‘ ππ€π£πππ§π§ππ©π€, intimΓ² ai milanesi e ai bresciani la resa incondizionata (senza ottenerla) e si inimicΓ² ulteriormente π₯ππ₯π ππ§πππ€π§ππ€ ππ.
Il 27 Novembre del 1237 πππππ§πππ€ ππ π£ππππππ la disfatta del nonno, il π½ππ§πππ§π€π¨π¨π, avvenuta sessantuno anni prima a ππππ£ππ£π€.
Nella pianura bergamasca lo Stupor Mundi infligge una sonora sconfitta militare alla rinata Lega lombarda, ma non riesce a cogliere i frutti politici che lo avrebbero reso padrone dellβItalia.
Nel video la cronistoria della preparazione, dell’andamento e della conclusione della π½ππ©π©πππ‘ππ ππ πΎπ€π§π©ππ£πͺπ€π«π.
Cortenuova Γ¨ il punto piΓΉ alto della parabola di Federico II. Il declino dell’imperatore fu sancito dal disastro cui andΓ² incontro nel 1247 assediando proprio πππ§π’π e dalla successiva sconfitta di ππ€π¨π¨ππ‘π©π, nella quale i guelfi bolognesi non solo prevalsero sui ghibellini modenesi e cremonesi, ma soprattutto fecero prigioniero a vita il suo figlio naturale ππ£π―π€, re di Sardegna e principale puntello della politica imperiale in Italia negli anni precedenti. L’imperatore non sopravvisse a lungo a questi insuccessi. Ammalato e disilluso, si spense nel 1250, dopo aver tentato ripetutamente quanto inutilmente di comporre il dissidio col papato.
Della sua ereditΓ si facevano carico figli – naturali e non -, vicari, tiranni lungo tutto il territorio della penisola, piΓΉ che mai suddivisa in una miriade di entitΓ politico-territoriali i cui contrasti il papato si sarebbe preoccupato di alimentare negli anni seguenti, fino a istituzionalizzare la lacerazione in due partiti opposti, promuovendo l’irruzione di nuovi protagonisti nello scacchiere italico.
E se fosse stato ππ©πͺπ₯π€π§ ππͺπ£ππ ad unire l’Italia ?
Federico nasce il 26 dicembre 1194 a Jesi, in Italia. A tre anni resta orfano del padre ππ£π§πππ€ ππ ππ€πππ£π¨π©ππͺπππ£, imperatore del Sacro Romano Impero. Il titolo di imperatore Γ¨ una carica elettiva e non ereditaria; e quindi Federico, alla morte del padre, non gli succede. A 4 anni eredita il regno di Sicilia: nello stesso anno muore sua madre πΎπ€π¨π©ππ£π―π π π’πΌπ‘π©ππ«ππ‘π‘π e π₯ππ₯π ππ£π£π€πππ£π―π€ πππ assume la reggenza siciliana fino alla maggiore etΓ di Federico.
A 14 anni Federico sale al potere in Sicilia e nel 1220 Γ¨ eletto Imperatore del Sacro Romano Impero, che governa i territori tedeschi e del Nord Italia.
La sua nomina Γ¨ appoggiata dal nuovo π₯ππ₯π ππ£π€π§ππ€ πππ, ma ad alcune condizioni: Federico sβimpegna infatti a non unire lβImpero e il Regno di Sicilia sotto unβunica corona, evitando cosΓ¬ di accerchiare il Papato, che controlla il centro Italia. Il nuovo imperatore promette inoltre di guidare una Crociata, ovvero una spedizione contro i musulmani che occupano Gerusalemme, la cittΓ santa dei Cristiani. Federico cerca di ritardare la Crociata e preferisce occuparsi della riforma delle istituzioni siciliane e della fondazione dellβUniversitΓ di Napoli. Trasforma la sua corte in uno grande centro culturale, in cui si incontrano tradizione europea e araba.
Nel 1227, sotto la minaccia della scomunica, Federico intraprende la crociata che ha promesso al papa: sβimbarca per Gerusalemme, ma unβepidemia costringe il suo esercito a rientrare in Italia. Il nuovo π₯ππ₯π ππ§πππ€π§ππ€ ππ non crede perΓ² a questa versione e scomunica Federico. Un anno dopo lβimperatore organizza unβaltra Crociata: giunto a Gerusalemme, la conquista senza combattere grazie a unβabile azione diplomatica. Federico sβincorona Re di Gerusalemme. La scomunica gli verrΓ poi tolta. Al suo rientro, affronta la Lega Lombarda, alleanza di comuni del Nord Italia, che aveva giΓ combattuto suo nonno Federico Barbarossa. Temendo che Federico si appresti a unificare lβImpero e il Regno di Sicilia, nel 1239 Papa Gregorio IX lo scomunica per la seconda volta.
Nel 1245 il nuovo π₯ππ₯π ππ£π£π€πππ£π―π€ ππ conferma la scomunica e ottiene lβappoggio dei principi tedeschi, che oppongono a Federico un nuovo candidato al titolo dβimperatore. Federico muore improvvisamente il 13 dicembre 1250 a Fiorentino di Puglia. Ha 55 anni. Grande politico e uomo di profonda cultura, Federico Γ¨ chiamato Stupor Mundi, “meraviglia del mondo”.
Il Carroccio della Lega Lombarda venne catturato dagli imperiali nel 1237 a Cortenuova, donato a papa Gregorio IX dall’imperatore Federico II e trasportato nel Palazzo Senatorio di Roma in quella che tuttora si chiama Sala del Carroccio, dove viene conservata l’iscrizione commemorativa del dono fatto dall’Imperatore al Popolo romano.
L’iscrizione recita:
Β« Cesaris Augusti Friderici, Roma, secundi dona tene currum perpes in Urbe decus. Hic Mediolani captus de strage triumphos Cesaris ut referat inclita preda venit. Hostis in probrium pendebit, in Urbis honorem mictitur, hunc Urbis mictere iussit amor. Β»
Β« Ricevi, o Roma, il carro, dono dell’imperatore Federico II, onore perenne della cittΓ . Catturato nella sconfitta di Milano, viene come preda gloriosa ad annunciare i trionfi di Cesare. SarΓ tenuto come vergogna del nemico, Γ¨ qui inviato per la gloria dell’Urbe, lo fece inviare l’amore di Roma. Β»
Nell’illustrazione una raffigurazione di epoca successiva in cui si vede l’elefante traina il Carroccio.