Arduino di Dadone, o Arduino da Pombia, meglio conosciuto come π˜Όπ™§π™™π™ͺπ™žπ™£π™€ π™™β€™π™„π™«π™§π™šπ™– (Pombia, 955 circa – Fruttuaria, 14 dicembre 1015), Γ¨ stato marchese d’Ivrea dal 990 al 999 e poi re d’Italia dal 1002 al 1014.

Prima dei sabaudi, il titolo di re d’Italia fu detenuto da barbari (Odoacre) e stranieri (tedeschi e francesi) con l’eccezione Β«irredentistaΒ» del marchese d’Ivrea.

π˜Όπ™§π™™π™ͺπ™žπ™£π™€ π™™β€™π™„π™«π™§π™šπ™–, probabilmente il cittadino eporediese piΓΉ famoso insieme ad Adriano Olivetti, non si sarebbe mai immaginato di essere ricordato dopo oltre mille anni per un avvenimento che esula dalla sua carica dinastica e dalle sue battaglie contro l’imperatore Enrico II.

Ma Arduino sottovalutava il fatto che ci sono diversi modi per entrare nella storia e per essere ricordati ed essere re rende la strada piΓΉ semplice anche se non tutti i re hanno avuto lo stesso peso nella storia, e non tutti si sono resi memorabili.

Oggi, nell’anniversario della sua morte, ricordiamo chi Γ¨ π˜Όπ™§π™™π™ͺπ™žπ™£π™€ π™™β€™π™„π™«π™§π™šπ™–, o per lo meno ci prendiamo la briga di inserire su Google questo nome, non tanto per il suo operato o per la corona ferrea che portava in testa quanto per un gruppo di appassionati di elettronica di Ivrea che andavano a bere birra e fare aperitivo al β€œBar Arduino”.

Dopo mille e passa anni, π˜Όπ™§π™™π™ͺπ™žπ™£π™€ π™™β€™π™„π™«π™§π™šπ™– deve ringraziare questi giovani avventori, perchΓ© pare che, stando alla leggenda, proprio in quel bar abbiano concepito l’idea di creare π˜Όπ™π˜Ώπ™π™„π™‰π™Š, il dispositivo elettronico open source piΓΉ versatile nella storia dell’elettronica moderna e di attribuirgli il prestigioso nome del loro nobile concittadino.

Per chi vuole approfondire la figura storica di Arduino:

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